the big scary unknown.

i'm letting you off the hook.

ardendo senza tregua così

with one comment

e la città mi sembrava una sorta di magico labirinto e sapevo di non doverci entrare ma come tutte le cose oscure e pazzesche qualcosa ci calamita verso di loro – angoli svolte blocchi e svincoli – la confusione iniettata nei pori della pelle del mondo delle persone ogni volta mi stupisco di quanto mal sopporti tutte le persone e nonostante questo le persone sono la cosa più importante per me – forse mi mancano così tanto che le detesto – o forse le detesto perchè sono dei vermi squallidi e stupidi che affogano nella loro ignoranza e forse il fatto che io sono esattamente come loro mi porta a detestarli – o forse vorrei soltanto del tempo in più – si parla di tempo ovunque e i cliché sul tempo si sprecano da secoli e secoli ma sono cliché inevitabili perchè il tempo non fa che sfotterci da quando siamo nati – vorrei del tempo in più, per dimenticare il passato e cancellare quello in eccesso, per avere più idee e concretizzarle, per avere più certezze e meno spasmi – spasmi e sussulti come un grande orgasmo di terrore – sono terrorizzata e voglio raggiungere un punto che credo esista ma non so bene quale sia o come si chiami – non so davvero se sono terrorizzata, forse credo di esserlo e chiamo terrore quella che è soltanto consapevolezza – alla fine siamo tutti uguali, tutti così, spaventati e appesi al niente e passiamo tutto il tempo che ci viene concesso alla ricerca di qualcosa in cui sentirci – vivi – sentirci, la sola differenza è che alcuni lo sanno e certi altri vivono pensando di vivere e basta.

ci sono giornate così vuote che sento l’eco del precipizio e sembra di cadere fortissimo – anche se nessuno di noi sa cosa voglia dire cadere fortissimo – cadiamo da una sedia, al massimo, da un letto – ma mai fortissimo – e comunque sembra di non riuscire più a parlare e le orecchie fischiano e a me sembra così evidente la nostra eterna sospensione nel niente, così EVIDENTE scritto in stampatello evidente e v i d e n t e ma mi sembra di essere quella bambina che parla con l’amico immaginario e pensa che tutti gli altri possano vederlo mentre in realtà parla con l’aria, e nessuno vede niente – insomma mi sembra così chiaro che non siamo niente, ma poi vedo le persone ridere e mi pare di vedere il loro cuore rosso e grande e palpitante e questo mi ferisce perchè non capisco e non riesco a capire – e il mio cuore a volte mi sembra così grande  che non capisco dove stia la differenza – manco fosse piccolo e nero e raggrinzito – vorrei soltanto dissolvermi nel cielo bianco neve.

la neve mi piace perchè pulisce il cuore e la purificazione è ciò di cui ho bisogno – da tutta la sporcizia del mondo che la neve cancella o almeno ricopre con strati e strati di fiocchi leggeri che si posano sui miei capelli pesanti e sorrido perchè il bianco non mi appartiene anche se lo vorrei così tanto
ho ricordi troppo presenti e pressanti e a volte vorrei conciliarli col mio stupefacente presente ma non capisco bene se sia il passato a non volersi conciliare o se sia il presente a rifiutarlo – insomma è un gran casino ma il problema è che voglio bene a tutto e non sono capace di disprezzare ciò che di sbagliato ho fatto detto vissuto e gli voglio bene lo stesso perchè alla fine non c’è niente di male – non mi piacciono i tagli netti non mi piacciono gli addii e la fiducia tradita – non mi piace chiudere porte con enormi lucchetti sul cuore – non mi piacciono i rancori e i sotterfugi –

guardo le persone ma a volte non le sento né dentro né fuori e non sento me stessa e scivolo tra i loro piedi come se non esistessero su un percorso tracciato e mai vissuto cerco nel buio della folla qualcosa che ancora non so – cerco una mano che specchi il mio riflesso ondulato e imperfetto – cerco l’orizzonte più ampio e ricurvo  e vorrei tanto capire cosa cerco e cosa mi porta a cercare. tutte le nostre vite parallele che cerchiamo di ignorare e siamo pieni di menzogne fino alla fine e il mondo non  così perfetto e le persone sono orribili nel senso che fanno cose orribili rendendosene conto pensando che la vita potrà perdonarli e che il tempo cancellerà gli sbagli come impronte sulla sabbia (cliché) ma non va mai così anche se alla fine con gli sbagli ci convivi – il vuoto verrà riempito un miliardo di volte e poi svuotato di nuovo e allora a volte mi viene da chiedermi il senso di tutto ciò dove si trova – se nulla è pieno in eterno se è soltanto un continuo gioco di equilibri che non esistono e li conquisti per una frazione di secondo ed eccoti ancora lì a cercarli

e saranno rincorse morsi e affanni per mille anni

mille anni al mondo, mille ancora

che bell’inganno sei anima mia

rincorrersi cercarsi e respingersi per sempre, come due polarità opposte, come le calamite che bisogna trovare il verso giusto altrimenti non c’è proprio verso.

ah, e comunque si sorride sempre, alla fine. malediciamo il mondo e poi gli sorridiamo, perchè comunque siamo qui, e qualcosa abbiamo e forse a volte non ce ne rendiamo conto ma da qualche parte dentro di noi siamo felici.

Written by straining

dicembre 29, 2009 at 3:57 PM

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